28/10/2025 — Storie della federazione
Un primo assaggio di patrimonio culturale immateriale
Quando si parla di patrimonio immateriale cosa si intende?
Secondo la “Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale” adottata da UNESCO nel 2003 per patrimonio culturale materiale si intendono “le prassi, le rappresentazioni, le espressioni, le conoscenze, il know-how – come pure gli strumenti, gli oggetti, i manufatti e gli spazi culturali associati agli stessi – che le comunità, i gruppi e in alcuni casi gli individui riconoscono in quanto parte del loro patrimonio culturale”.
Questa Convenzione ne riconosce 5 categorie principali:
- Tradizioni, espressioni orali e linguaggio;
- le arti dello spettacolo;
- le consuetudini sociali, gli eventi rituali e festivi;
- le cognizioni e le prassi relative alla natura e all’universo;
- l’artigianato tradizionale.
Un patrimonio è quindi fatto di usanze, riti, lingue e dialetti, costumi, tipicità artigianali, agricole, alimentari, che non rimane immutato e fisso ma cambia nel tempo, perché trasmesso da una generazione all’altra e continuamente ricreato dalla comunità che vive il territorio. Ogni gruppo attribuisce un suo significato a queste tracce, definite in base al proprio ambiente e alla storia locale trasformandolo in un elemento riconoscibile della propria identità.
I vari elementi che compongono il patrimonio immateriale locale sono fragili, ad alto rischio di scomparsa e per questo vanno tutelati e valorizzati, per poterle trasmettere in particolare alle nuove generazioni. In questo senso sono le stesse comunità locali che posso svolgere un ruolo importante nella salvaguardia dei propri patrimoni.
E’ in questo contesto che si aprono spazi per le Pro Loco.
L’UNPLI ha ottenuto un importante riconoscimento da parte dell’UNESCO – Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura: nel 2012 è stato accreditato come consulente del Comitato Intergovernativo previsto dalla già citata Convenzione del 2003.
Le Pro Loco hanno il vantaggio di conoscere in modo approfondito e lavorare a tutto tondo sul proprio territorio. Ogni gruppo può “vestire” i panni degli angeli custodi dei propri patrimoni culturali locali, con una propria ricetta, con progetti e azioni costruiti per il proprio contesto specifico.
Sono numerose le Pro Loco trentine che si si occupano del patrimonio culturale immateriale locale.
Una recente analisi ci ha permesso di individuare 68 di questi patrimoni, che vanno dai carnevali della tradizione (Arco, Palù del Fersina, Preore…), alle rievocazioni storiche (Biagio delle Castellare, Palio dela Brenta, Desmontegada dei Ciusi e dei Gobj…), ai riti legati a specifici eventi del calendario (canta della stella di Faedo, rogo del pino di Grauno…), alle desmalgade e feste della transumanza fino alle tipicità alimentari protagoniste di tante sagre dellle Pro Loco (ciuìga del Banale, asparago bianco di Zambana, maroni di Drena e così via).
La creatività dei volontari è l’ingrediente che può trasformare tradizioni antiche in qualcosa di vivo e piacevole da sperimentare, creando così un legame forte tra passato e presente.