Una rievocazione unica in Italia, una pagina di storia che gli abitanti delle comunità del Tesino reinterpretano ogni 5 anni in modo libero e spontaneo. E’ forse in questa spontaneità che sta il fascino del Biagio delle Castellare, che negli scorsi giorni ha mobilitato migliaia di persone dando vita a una festa spettacolare
Dopo gli eccessi del carnevale ogni cinque anni nel giorno del Mercoledì delle Ceneri – da qualche anno di Domenica per i costi, l’organizzazione e per permettere una maggior partecipazione – in Tesino si sentono risuonare antichi echi di una sommossa popolare avvenuta nel 1365.
Si tratta del Biagio delle castellare ovvero una manifestazione in cui le comunità di Castello, Cinte e Pieve Tesino celebrano il ‘Processo al Biagio’, tiranno crudele e vessatore che segnò la storia del Tesino.
Glauco Gadotti, Presidente del comitato Biagio delle Castellare e profondo conoscitore della manifestazione, mi ha riferito che la tradizione vuole che all’interno di questo evento vengano fatte confluire altre vicende legate ai contratti sorti in questa zona con il Principato vescovile: “La vicenda si lega anche ad altri accaduti del periodo quando il paese di Castello non poteva avere la parrocchia. Infatti la parrocchia si trovava solamente a Pieve Tesino. I Castellazzi chiesero di poter avere una parrocchia che gli venne negata e questo causò una disputa con la Chiesa di Trento. È anche per questo che si è scelto di fare il Biagio delle Castellare il primo mercoledì delle ceneri, come un dispetto alla Chiesa”.
Biagio delle Castellare 2024
Mentre il comune di Castello cura l’aspetto dei costumi, un comitato di volontari – quest’anno sostituito dall’Associazione Stella Polare – si occupa da anni dell’organizzazione del Biagio per dare a questa manifestazione una struttura stabile e continua nel tempo.
La Pro Loco di Pieve Tesino si dedica all’organizzazione di eventi collaterali al Biagio curando in particolare l’aspetto storico, rievocativo, musicale e culinario in un’ottica di valorizzazione e promozione turistica.
In questo modo viene garantita la sopravvivenza della tradizione, anche se, per una serie di motivi comuni ad altre manifestazioni tradizionali storiche come il Trato marzo, viene forse meno “quell’elemento di focosa partecipazione popolare, che faceva dell’usanza tesina uno tra i più significativi esempi di ‘processo e condanna di carnevale’ nell’ambito della cultura popolare sia italiana che europea” (Morelli, 1998, p. 103).
Una storia che arriva dal Medioevo
La manifestazione fa riferimento ad un evento risalente al 1365: il tradimento del Biagio, signorotto a servizio dei potenti di allora che risiedeva nella zona sud della valle nei pressi di Grigno nella località Castellare. Biagio era un condottiero al servizio della famiglia aristocratica padovana dei Da Carrara. Nel 1356, per fronteggiare alcune incursioni nemiche in Valsugana, si recò in Tesino per chiedere aiuto, ma la popolazione locale si rifiutò di assisterlo ed in battaglia venne sconfitto. Negli anni a seguire Biagio, a cui vennero affidati i territori di Grigno e Tesino, tormentò pesantemente gli abitanti della conca fino al 1365, anno in cui egli tradì i nobili padovani alleandosi coi nemici austriaci.
I Tesini, intravista la possibilità di insorgere contro il tiranno, armati di forche e bastoni, si unirono all’esercito dei Carrararesi in cerca del traditore e assaltarono il suo castello di Grigno, dove però non lo trovarono. Biagio venne catturato successivamente nel castello di Ivano Fracena dove si era rifugiato con la famiglia. I Tesini chiesero con insistenza la consegna del despota, ma ciò venne loro negato.
A parziale soddisfazione, gli abitanti della valle stabilirono di celebrare, il primo giorno di Quaresima di ogni cinque anni, un processo in contumacia durante il quale elencare e denunciare le colpe per il quale il crudele Biagio meritava la pena di morte: il Biagio del Tesino, signore prepotente ed inviso del XIV secolo prende le vesti del Carnevale, divenendo il capro espiatorio di tutte le nefandezze possibili e immaginabili nel processo che ne segna la condanna.
Biagio delle Castellare 2024
La storia diventa tradizione
Nel 1800 si era registrata una progressiva scomparsa di questa tradizione. Nel 1883 Don Lorenzo Felicetti nei suoi ‘Racconti e leggende del Trentino’ racconta che la manifestazione fu proibita dalle autorità locali poiché si faceva il Mercoledì delle Ceneri ed era “degenerata in un baccanale” (Felicetti, 1908, p. 209). Tuttavia, ancora oggi, una volta ogni cinque anni, il Tesino rievoca questa antica e spettacolare usanza locale, inscenando la sommossa popolare ed il processo al tiranno.
Gli abitanti di Tesino e in particolare quelli di Castello ci tengono molto a una tal festa e parecchi anni or sono, quando per istigazione non so di chi la si voleva proibire dalle Autorità, o trasportare all’ultimo giorno di Carnevale, essi protestarono altamente contro la violazione dei loro diritti antichissimi, ricorsero, credo, in alto e fu loro data piena ragione (Fratini 1882-83, p. 468).
“La manifestazione è stata svolta anche in periodi bui fra la prima e la seconda guerra mondiale. Durante la prima guerra mondiale molti Tesini andarono in Sicilia nei campi profughi, anche in quell’occasione si ripeteva il rito del Biagio, anche se in piccolo risolvendosi in una rappresentazione di qualche ora” (Glauco Gadotti).
Come mi ha riferito Glauco Gadotti la preparazione del Biagio delle Castellare avviene in circa tre mesi. Non sono previste battute da seguire in modo preciso, difatti ognuno segue un canovaccio. Questo perché “Il testo del Biagio delle Castellare non esisteva e non è mai esistito, ma esistono interpretazioni tramandate oralmente. L’unica cosa che deve avvenire per forza è l’impiccagione”. Secondo tradizione ogni famiglia ha un ruolo storico da svolgere. Ad esempio, Glauco ha ricoperto il ruolo del giudice perché anche suo nonno aveva ricoperto questo ruolo.
“Il testo del Biagio delle Castellare non esisteva e non è mai esistito, ma esistono interpretazioni tramandate oralmente. L’unica cosa che deve avvenire per forza è l’impiccagione“
2024: il grande ritorno del Biagio
Dopo 5 anni di stop, quest’anno, gli abitanti del Tesino e oltre hanno avuto il privilegio di assistere a una manifestazione carnevalesca senza precedenti che ha visto partecipare 600 figuranti e 3200 spettatori. Per la prima volta nella sua storia, il Carnevale Storico è stato esteso su più giorni, portando una dose extra di divertimento e coinvolgimento per tutti i partecipanti. Non solo i paesi tradizionalmente coinvolti – Castello, Pieve e Cinte – sono stati protagonisti, ma anche il Comune di Castel Ivano, situato nella vicina Valsugana, si è unito alle celebrazioni.
La giornata del 18 febbraio ha preso il via al mattino con la grande sfilata popolare, un momento di pura spontaneità che ha visto protagonisti arditi cavalieri, nobili donzelle, armigeri, balestrieri, combattenti, sputafuoco, giullari e una vasta varietà di personaggi, partendo da Castello e raggiungendo Pieve in un tripudio di colori, suoni e voci. Successivamente, è stato il momento del primo processo, durante il quale il giudice supremo ha dovuto rinviare la decisione alla suprema corte di Castello Tesino a causa della mancanza di un testimone a favore.
Biagio delle Castellare 2024
Intorno all’una, invece, si è svolto il secondo processo, con la Corte Suprema di Castello Tesino che ha esaminato attentamente il caso del Conte Biagio, con il suggestivo sfondo della chiesa di San Giorgio e la presenza imponente del palco dei giudici e della forca nell’adiacente piazza. Il canovaccio del processo ha richiamato con fedeltà l’atmosfera delle udienze di Pieve, con l’unica novità rappresentata dal testimone a favore, incarnazione dell’ignoranza.
Le fasi del dibattito processuale, esagerate e dilatate, hanno visto le arringhe tanto dell’accusa quanto della difesa, culminando infine nella pronuncia della sentenza. Il momento più intenso è stato quando Biagio, tentando la fuga per le vie del paese, è stato prontamente catturato. Nel frattempo, un astuto stratagemma ha portato alla sostituzione dell’attore che interpretava Biagio con un fantoccio, aggiungendo un ulteriore elemento di suspense alla giornata.
L’eliminazione del tiranno è avvenuta, come di consueto, per impiccagione, sebbene in passato siano state utilizzate anche la ghigliottina o la scure. La festa si è conclusa con una colossale bigolada e il ballo finale, lasciando a tutti i partecipanti un ricordo indelebile di questa giornata straordinaria.
Questa affascinante storia, tramandata attraverso i secoli, continua a vivere nella memoria della popolazione tesina. Essa si distingue come un unicum tra le tradizioni popolari italiane, resistendo al tempo ed a tentativi di soppressione, sfidando censure religiose e divieti.