08/08/2024 — Scintille
Radici che creano ponti

- 4 minutiPer i 50 anni dalla sua fondazione, la Pro Loco di Piana del Lomaso si è regalata un sogno: costruire, attraverso un progetto sull’emigrazione del proprio paese, un ponte tra comunità lontane, separate dall’oceano.
Anche le Pro Loco festeggiano il compleanno e per la quella di Piana del Lomaso il traguardo quest’anno è importante: 50 anni di fondazione.
I volontari hanno deciso di celebrare questa ricorrenza nel corso della Sagra del Perdon d’Assisi, che si è svolta dal 2 al 4 agosto, nel modo più significativo per loro: con un progetto che permetta alla comunità di riflettere sulle proprie radici.
Sono riusciti infatti a portare nel contesto locale un’iniziativa di carattere nazionale, l’anno del turismo delle radici indetto dal Ministero degli affari esteri, per cui anche la Federazione trentina Pro Loco ha fatto da cassa di risonanza tra le sue associate.
Evento “Facciamo filò: un omaggio alle nostre radici” Abbiamo parlato di questo progetto con Julita Sansoni, segreteria della Pro Loco, che ha seguito da vicino questa iniziativa.
Come è nata l’idea di fare vostro il progetto del Turismo delle Radici e di concretizzarlo nell’iniziativa Facciamo Filò: un omaggio alle nostre radici?
Abbiamo avuto modo di partecipare al webinar sul Turismo delle Radici organizzato ad aprile dalla Federazione trentina Pro Loco in collaborazione con Italea.
Tutto questo mi ha colpito molto: nel Lomaso, a partire dall’Ottocento, quasi tutte le famiglie potevano vantare un antenato emigrato all’estero.
Abbiamo voluto quindi far conoscere questo pezzo importante della nostra storia attraverso l’iniziativa Facciamo Filò, sponsorizzata proprio da Italea.
Un evento interessante per il pubblico più adulto, maggiormente sensibile ai temi storico culturali ma che può offrire spunti di riflessione anche alle nuove generazioni.
Come si è sviluppata quest’iniziativa?
Ci è sembrato importante dare all’iniziativa lo spazio che meritava all’interno della Sagra del Perdon d’Assisi, organizzando un filò vero e proprio, con testimonianze dal vivo, collegamenti online, anche con il circolo degli emigrati trentini a La Plata in Argentina e con la proiezione di immagini, video e canzoni che raccontassero a tutto tondo la storia dei nostri emigrati.
Abbiamo contattato degli esperti che hanno dato un inquadramento storico al fenomeno e integrando le testimonianze dei protagonisti di queste vicende, o vissute in prima persona o attraverso i racconti dei famigliari.
Grazie alla collaborazione dell’Ecomuseo Judicaria e di alcuni privati, che ci hanno prestato i materiali, abbiamo allestito una mostra a tema, con foto degli emigrati, documenti e un baule originale Saratoga in legno e pelle, utilizzato al posto delle valigie, quasi introvabili in quel periodo di grande richiesta.
Il tutto è stato arricchito dalla presenza di una seconda mostra allestita dalla Pro Loco e dedicata proprio al nostro cinquantesimo, dove abbiamo esposto il documento fondante e per ogni anno, le foto degli avvenimenti importanti.
Il giorno della festa abbiamo voluto far sentire tutti i partecipanti accolti come se fossero a casa loro, come in un filò appunto e non in una classica conferenza, allestendo dei tavoli con fiori e piccoli frutti.
Avete trasformato un pezzo del passato locale in uno degli eventi di punta della Sagra del Perdon d’Assisi. Che significato può avere questo per la comunità?
La Sagra, è molto antica, collegata alla concessione dell’indulgenza plenaria del Perdon d’Assisi. E’ forse la festa più importante della valle, in passato vi facevano anche il mercato degli animali. Per i nostri emigrati è sempre rimasta un punto di riferimento e per questo, collegando le due cose, ci è sembrato di rendere omaggio ai nostri predecessori e a tutto quello che hanno vissuto.
“I volontari della Pro Loco di Piana del Lomaso, con questo progetto sono riusciti a creare un dialogo con persone di altri paesi, arricchendo sia chi vive qui e magari ha una storia di emigrazione in famiglia, sia chi ha scoperto questo territorio come turista. “
Quale valore potrebbe avere tutto questo per i giovani?
La storia dei nostri emigrati va raccontata alle nuove generazioni, perché diventino consapevoli del significato, quanto mai attuale, che tutto questo si porta dietro. Pensiamo ai fenomeni migratori che stanno avvenendo in questi anni e che ci ricordano che anche noi siamo stati migranti fino a 80 anni fa.
Non solo: il progetto del Turismo delle Radici ci mette in collegamento anche con giovani discendenti degli emigrati all’estero. E’ il caso di due ragazzi americani recentemente arrivati in paese per scoprire le loro origini. In un secondo momento è giunta anche la loro mamma, che ha condiviso con noi i ricordi dei suoi nonni sulla vita che svolgevano in loco: i lavori, i piatti cucinati… Questi incontri sono stati davvero emozionanti, sia per noi che per loro.
I volontari della Pro Loco di Piana del Lomaso, con questo progetto sono riusciti a creare un dialogo con persone di altri paesi, arricchendo sia chi vive qui e magari ha una storia di emigrazione in famiglia, sia chi ha scoperto questo territorio come turista.
Stanno ponendo i primi tasselli per lo sviluppo di un turismo che valorizzi le specificità del luogo senza calpestarle, diventando uno stimolo e un’occasione di crescita e di conoscenza per tutti.
Una linfa che va tenuta viva e reinterpretata e che solo così ha un senso.